TRAD BLOC! (2015)

Nella prefazione alla mia ultima guida Alessandro Gogna scrive, tra le altre cose, che io avrei l’innata dote di “anticipare le tendenze” in arrampicata. La cosa a dire il vero mi ha lusingato assai, detta da Gogna poi… famoso proprio per aver dato vita ante litteram al Mezzogiorno di Pietra e non solo… mi ha fatto doppiamente piacere. Per tenere fede alla mia dote, ecco dunque che oggi sarei tentato di lanciare la pratica del trad-bloc, cioè l’unione tra il trad ed il bouldering! Come non averci pensato prima? Mentre sto scrivendo queste righe, naturalmente non interessa ancora nessuno, ma chissà, tra 15 anni diverrà sicuramente di moda!

Però accidenti, a pensarci bene lo facevano già gli inglesi negli anni sessanta a Sheffield, e magari se anche il loro fosse stato semplicemente trad, o trad-izionale che dir si voglia, allora in questo sciagurato caso il trad-bloc lo deve aver sicuramente inventato qualche profeta della Val di Mello qualche anno dopo! Insomma, bisogna ammetterlo, ancora una volta niente di nuovo! 🙁

Ma devo esser sincero: io non facevo già “trad bloc” 30 anni fa, come sicuramente osserverà qualcuno! La mia esperienza col trad-bloc è nata sulle coste vicino a Villasimius, 7 o 8 anni fa al massimo. Prima ero troppo “alpinista” per pensare a una cosa del genere e la Fessura Kosterlitz la si saliva rigosamente slegati, perché su un masso era disonorevole usare la corda! Insomma quel giorno stavo facendo bouldering in riva al mare, pardon, sassismo in lingua mellica, quando un masso molto alto solcato da una netta fessura attirò la mia attenzione… Per arrivare alla fessura occorreva superare un passo di blocco, ma poi, continuando slegati, anche se ben parati e con una pila di crash pad sotto, si rischiava di spaccarsi la schiena! Fu così che pensai, con somma vergogna, di abbandonare le mie velleità di “highballing” e ritornare ad un più sano “cording”. Rispolverati i friend, salii quel masso di quasi 10 metri con la corda. Per scendere dovetti saltare dall’altra parte in qualche modo, perché ovviamente mi parve sacrilego piantare uno spit sulla cima. Togliere i friend piazzati fu altrettanto rocambolesco. Vergogna a parte era nata “Elettra”, una bellissima vietta di trad-bloc, ovviamente mai più ripetuta.

Fecero seguito, nel 2010, una manciata di nuove vie sui massi del Caporal, preparate appositamente per il I° meeting trad della Valle dell’Orco. Su di esse si cimentarono, tra gli altri, i fuoriclasse francesi Tony Lamiche e Liv Sansoz: incredibile ma vero, pure loro sembravano contenti di avere la corda! Mentre gli abituali frequentatori della Valle si chiedevano perché mai non ci dedicassimo al Caporal ed al Sergent, piuttosto che salire dei semplici massi con la corda… noi, convinti di essere “avanti”, proseguimmo per la nostra strada. Ma eravamo talmente “avanti” che quelle vie hanno oggi le ragnatele… Ma se è vero che perseverare è diabolico, un paio di anni fa, ecco ricomparire lo spettro del trad-bloc: scendendo dal Monte Pulchiana, cedemmo al magnetismo di Bett’e surra, una bella fessura diagonale, pure essa troppo alta per essere un blocco e troppo bassa per essere una via. Insomma quella terra di mezzo che non interessa nessuno! Anche questa, a quanto sembra, mai più ripetuta. Ma del resto, dovete capire, ancora il trad-bloc non interessa a nessuno! Vedrete, vedrete… basta aspettare!

Ma eccoci al presente: ieri è nata l’ennesima opera inutile, “Nevica Rosso”, una sbracciata su rovesci su un insignificante blocco posto in una amena pineta dei 7 Fratelli più adatta al pic nic che alla scalata. Tanto che i cercatori di funghi si sono domandati da quale manicomio fossimo scappati… Uno mi ha anche lanciato lì un “e adesso che sei lassù come pensi di fare a scendere?”. Il grado? Eh no, non penserete che usi la scala francese! Nuova tendenza nuova scala! Direi TB4, da non confondere col Tres Difficile di un tempo, tutta n’altra roba, o col turbo diesel Volkswagen… A dire il vero avevo pensato di utilizzare i colori, ma ho avuto paura che ci si potesse confondere con le misure dei friend… Per cui, viva la modestia, ho preferito giocare d’anticipo ed inventare una nuova scala! E per la conversione, dato che le tabelline sono ormai antiquate, sto già pensando ad una app… app-osita… 🙂 (per fortuna che esistono le faccine)

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Nevica Rosso, 7 Fratelli (Foto Fabio Erriu)

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Elettra. Solanas (Foto Giampaolo Mocci)

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Tony Lamiche e Liv Sansoz su RE5SPECT, Valle dell’Orco. Foto Paolo Seimandi

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Giovanni Manconi su Bett’e surra, Monte Pulchiana (Foto Maurizio Oviglia)

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Sensa Cugnisiun, Valle dell’Orco (Foto Paolo Seimandi)

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Avantgarde, Valle dell’Orco (Foto Paolo Seimandi)

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