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Monte Tarè, Loceri

Lunghezza massima delle vie 30 metri. Esposizione: sud- sud ovest

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Loceri è un piccolo paesino posto in una conca ridossata alle montagne di Lanusei ma non troppo lontano dal mare. La sua modesta distanza con due tra i centri più famosi della Sardegna in fatto di arrampicata, Ulassai e Baunei, non ha impedito ad un gruppo di ragazzi del paese di sognare che su quella collina sopra casa, cosparsa di risalti di granito colorato, un giorno potesse nascere qualche via scalabile.

La prima volta che son salito in loro compagnia al Monte Tarè, è stata quella che qui chiamiamo un’autentica “cinghialata”. Le rocce non sembravano nemmeno male, ma l’avvicinamento! Nonostante la poca distanza dalla strada sembrava davvero impossibile creare un buon sentiero. “A quello ci pensiamo noi, non è un gran problema!” dissero i ragazzi. Ma, ad esser sincero, mi sembrava una di quelle promesse un po’ così… Rovi, salti, pietraie franose, quelle rocce erano davvero difese bene! Poi c’era il problema del materiale. Su quel granito bisognava chiodare inox: chi finanzia il tutto, con i costi dell’acciaio alle stelle?

Poi venne la pandemia e quasi due anni di letargo… sinchè arrivò quella telefonata: si può iniziare, il sentiero è pronto! E l’associazione ASD Wild di Loceri offrirà il materiale!

Quando piano piano l’Italia si è colorata di bianco son tornato e… miracolo! Il sentiero c’era davvero! E che sentiero! Per cominciare abbiamo chiodato il settore Spritz, una piccola paretina che si trova sul sentiero. Mi sembrava importante avere un piccolo assaggio, un aperitivo appunto, a poca distanza dall’auto. La roccia si è rivelata bella, un mix tra granito e porfido, molto solido e colorato con fessure e tacche per tutti i gusti. Poi siamo passati alla fascia principale, dove la qualità delle vie si è dimostrata sorprendente. Anche io, che di rocce ne ho viste un po’, stentavo a crederci! Le prese tonde, i colori, le fessure, facevano quasi pensare ai Grampians australiani. Da qui al nome del settore, Australia, il passo è stato breve.

La mia amica Tatjana Goex si è invece preoccupata di chiodare alcune vie nel settore sottostante, che ha battezzato Caribe.

Le ultime visite le abbiamo dedicate a liberare e gradare le vie e a pulire ancora un po’… Andrea Mannias ha liberato le vie più dure, che si sono rivelate di una qualità sorprendente, secondo chi scrive tra i più bei monotiri sportivi di granito della Sardegna. C’è ancora tanto potenziale per nuovi itinerari e, se certamente è vero che questa tipologia di scalata non potrà mai competere con il calcare di Baunei o Ulassai, ogni tanto è sempre bello cambiare! Non sottovalutate la posizione della falesia, più adatta all’inverno che alle giornate di sole pieno. Per il resto, la tavola è apparecchiata, buon appetito!

Accesso: dal centro di Loceri, percorrere Via Oristano e immettersi nella Strada Comunale del Monte Tarè, che sale verso l’evidente collina granitica. Giunti sotto le rocce deviare a sinistra con una stretta curva a gomito su una strada asfaltata che si porta sotto la falesia. Prima del termine parcheggiare. Seguendo il sentiero (ometti) raggiungere i vari settori. Dapprima Spritz (5 minuti) e poi Australia (15 minuti). Caribe è poco sotto

Stile: granitico a buone prese, spesso atletico

Chiodatura: ovunque materiale inox 316L, soste con catena

Materiale: corda 60 metri, 15 rinvii. Lunghezza massima delle vie 30 metri. Esposizione: sud- sud ovest.

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SULLA MAPPA

Maurizio Oviglia

Maurizio Oviglia (Torino, 9 giugno 1963) è un alpinista, arrampicatore e scrittore italiano. Ha aperto più di tremila vie nuove soprattutto nelle Alpi, in Sardegna, Sicilia e Corsica ma anche in Venezuela, Marocco, Turchia e Messico. Con i suoi libri e le sue fotografie ha contribuito a far conoscere in tutto il mondo l’arrampicata sportiva in Sardegna, dove ha aperto un gran numero di itinerari.